OPPENHEIMER
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OPPENHEIMER

Aggiornamento: 4 dic 2023

Convivere con le conseguenze dei propri risultati In un mondo, come quello di oggi, dove costantemente si ha paura dello scoppio di una possibile guerra atomica, il pluri premiato regista Christopher Nolan decide di approdare al cinema con un film che parla della nascita del primo congegno nucleare. Con un cast di tutto rispetto, passo dopo passo percorre le motivazioni, gli scrupoli e le ripercussioni vissute da colui che è passato alla storia come il padre della bomba atomica: Robert Oppenheimer.


Il protagonista di questo film, interpretato da un eccezionale Cillian Murphy, è un personaggio controverso agli occhi della storia e dell’opinione pubblica. L’uomo che Nolan ci presenta è però un essere umano altezzoso, consapevole del proprio genio, pieno di principi, curiosità e ideali. Tutti questi aspetti caratteriali, scelta dopo scelta, lo porteranno a creare qualcosa di così tanto distruttivo da spaventarlo e fargli sperare che nulla di simile venga creato in futuro.

Nel corso del film vediamo Oppenheimer battersi costantemente contro la creazione della bomba a idrogeno, le ragioni vengono palesate nel momento in cui una commissione di valutazione gli chiede come mai proprio lui, che ha creato il congegno più potente conosciuto dall’uomo, si oppone alla bomba H. Al quesito quest’ultimo risponde che si è reso conto che l’uomo avrebbe finito per usare qualsiasi arma in suo possesso.


Ora sono diventato morte, distruttore di mondi”, si sentono spesso pronunciare queste parole nel corso della pellicola, parole che lo stesso Oppenheimer sembra aver detto dopo il risultato positivo del test nucleare Trinity a Los Alamos. Una citazione indù che si presta a mille letture. C’è chi ci vede la megalomania di un uomo che si paragona ad una divinità, c’è chi crede fosse solo un’ode alla magnificenza dell’esplosione.

L'interpretazione che sembra appoggiare il regista è quella che vede un uomo che prende consapevolezza di ciò che ha creato e che d’un tratto realizza quanto dolore causerà e quanto sangue macchierà la sua anima.

Sono mille i modi in cui Nolan mette in scena la sua chiave di lettura, come con i continui parallelismi tra distruzione e festeggiamenti, gioia e miseria, morte e vita che sembrano palesarsi solo agli occhi del protagonista e degli spettatori nati molti anni dopo l’esplosione delle bombe di cui ancora si osservano i danni. A esaminare oggi queste vicende, con l’occhio critico di chi vede i risultati di quelle scelte e che fa i conti con la minaccia creata da uomini ormai sepolti tra le pagine della storia, ci si rende conto degli innumerevoli momenti in cui, se la ragione avesse prevalso, la bomba, che oggi ci terrorizza, avrebbe potuto non esistere. E ci si domanda, assistendo alle motivazioni e al rammarico del Robert sullo schermo, cosa avremmo fatto noi al suo posto?


Causa, effetto e conseguenze sono le parole chiave per comprendere il film di Christopher Nolan. Parole che se fossero domande avrebbero come risposta un loop dal quale nessuno potrebbe salvarsi: Paura, Distruzione, Paura.




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