Il 22 aprile (un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera) si festeggia lo Earth Day; il che sembrerebbe molto diverso dalla One Health (che si celebra invece il 3 novembre).
Ma non è solo un’assonanza linguistica quella tra Earth ed Health.
Il punto che attualmente si cerca di enfatizzare è la quasi identità tra Terra e Salute: una sola Terra, una sola Salute. Ed una sola responsabilità degli uomini verso entrambe le cose.
Il problema è che attualmente la Terra è affetta da diverse malattie croniche, ed è alla ricerca di idonee terapie.
Fra le sue patologie principali c’è l’inquinamento industriale e bellico, la degradazione degli habitat, gli allevamenti intensivi e l’agricoltura di sfruttamento.
Quest’ultima cosa, tramite i prodotti chimici incorporati nei terreni, è forse la malattia più diffusiva di tutte.
Una agricoltura responsabile costituisce pertanto il punto d’attacco privilegiato per un intervento terapeutico.
La terapia migliore sarebbe la sana coltivazione della terra, non industriale, che produca benessere anche all’habitat che consegniamo alle generazioni future.
Il che è connesso con il rilancio ed il sostegno di un approvvigionamento che non passi interamente dalle grandi catene di distribuzione.
In questo –dobbiamo dire- la scienza non aiuta.
La scienza ufficiale, reclutata dalle industrie ed infiltrata in ogni consorzio agricolo, non è un buon consigliere per i nostri agricoltori.
Mentre va avanti un biologico sempre più tiepido, che non mette al centro la salute del terreno.
La scienza ecologica applicata è ancora un miraggio, quando addirittura non attivamente boicottata.
La scienza corrente non appare essere, pertanto, al servizio della Terra.
Nei piani globalisti dell’Agenda 2030 e del Word Economic Forum, si parla molto di One Health: uomo, animali e terreno in un unico programma.
Sembrerebbe una grande visione scientifica ed ecologica, ma siamo sicuri che vada nella direzione di una terapia per la Terra?
Avremmo bisogno di qualcuno di buona volontà che ci spieghi in che senso un tale programma possa avere ricadute effettive.
Al momento attuale, la migliore risposta possibile sembra essere ancora quella individuale che, almeno, ha una efficacia certa per ogni persona coinvolta.
L’azione più rivoluzionaria e la terapia più efficace per il pianeta resterebbe quella della singola azienda agricola che abbia il coraggio di investire sul futuro della terra di cui è responsabile.
E, parallelamente, la scelta consapevole delle persone che si orientano verso una autodeterminazione alimentare.
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