Nessuna nazione al mondo ha mai incarnato un sogno come gli Stati Uniti d’America.
Ma cos’è realmente quel famoso American dream che ha mosso verso Staten Island l’Europa della povertà agli inizi del XX secolo ?
Dall’interminabile soap opera “ Beautiful “ al non più vicino 11/09/2001, il perfetto sogno americano con la sua incrollabile aura di invincibilità, ha costantemente sorvolato gli oceani, figlio di una maniacale attenzione e dispendiosa cura dell’immagine di sé che è tanto cara al popolo statunitense.
All’alba di un nuovo cambiamento di scenario dal solito impatto mondiale e la cui natura si discuterà con certezza solo dopo il mese di Novembre 2024, sorge spontaneo un quesito dissonante: potrebbe mai essere raggiunta la saturazione da parte di tutto ciò?
Il nuovo sogno in cui tutto il mondo probabilmente crede o crederà, sarà l’acclamata elezione dell’attuale vice presidente Kamala Harris.
A tutti gli effetti, la nuova e sensazionale “ prima volta “ americana potrebbe essere la vittoria di una donna che, come piace sottolineare, diventerà la più potente del mondo, eletta dalla nazione più potente e più democratica del mondo, durante le elezioni più importanti del mondo.
Dopo il fenomeno Barack Obama, icona democratica ed afroamericana indiscussa del primo ventennio, in modo totalmente spiazzante - eppure tanto in linea con la megalomania d’oltre oceano - si è passati al non meno discusso e non meno “ star “ Donald J. Trump, repubblicano meritevole di aver mostrato al mondo anche qualche lato “ oscuro “ e di aver così generato una nuova spinta democratica ancora più grande e determinata, come in una favola di umili cavalieri contro mostri cattivi, destinati a cadere, costi quel che costi.
Oggi, con Kamala Harris, l’America pare quindi voler tornare in pista a pieno regime, riassestando quel livello di grandezza fuori scala assopitosi negli ultimi anni.
Dopo quattro anni trascorsi all’ombra di un presidente democratico ma ritenuto più volte troppo vecchio e, generalmente, troppo “ poco “ rispetto ai ben noti predecessori , la promessa della politica americana può finalmente brillare, con grandi endorsement da tutto il mondo ( americano ).
L’America chiama, e lei risponde con un sorriso perfetto.
Probabilmente, a chiamare non sarà stata quell’America martoriata da epidemie dall’abuso di Fentanyl, quella della sanità privata inaccessibile o del secondo emendamento che espone a frequenti sfoghi stragisti in qualche scuola del MidWest.
Quell’America non ha ancora imparato a sorridere e dunque non viene mostrata. Forse perché non ha nemmeno tutti i denti.
Il sogno di cui tutti hanno bisogno è ispirato da quel sorriso di un bianco accecante, da quei capelli perfetti e da quell’aura di moderna divinità tanto costante che, per attrarre maggiori consensi ed empatia, sembra addirittura richieda ai suoi personaggi di presentarsi più sotto tono e volubili, una volta ogni tanto.
Non si concedono di sbagliare: loro fingono di sbagliare.
E se sbagliano per davvero, lo fanno in grande. Come Giappone, Vietnam, Afghanistan, Iraq ed altri ricordano ancora bene.
Non c’è sguardo, parola, sorriso o gesto che non risponda implicitamente al perché Hollywood si trovi in America e non a Scampia, per citare un altro quartiere altrettanto movimentato. Quel “ Hai visto gli americani quanto so’ belli, oh?! C’hanno tutti i denti! Ma tanti!”, citazione del grande successo cinematografico della Cortellesi, esprime in chiave comica proprio questo tipico velo a stelle e strisce che pare rivestire ogni cosa.
A sostegno di tale aspetto, di tutti gli ex presidenti e le rispettive ex First Ladies, si presentano come umili ed amorevoli super-eroine, diligentemente e tradizionalmente alla guida di fondazioni multimilionarie ed umilmente seguite da milioni di attivisti.
Di questo ha bisogno l’America: mostrarsi potente, forte e stabile sopra ogni altra nazione al mondo ma senza ricorrere alle parole. Senza doverlo ammettere.
Ma in questa situazione geopolitica mondiale preoccupante, c’è ancora bisogno di tutto ciò?
Ha ancora utilità, nel 2024, questo coreografico canto autoreferenziale di lodi?
Lo sfarzo delle monarchie europee degli ultimi secoli, sembra aver semplicemente cambiato dimora ed esser migrato oltre l’oceano Atlantico, dove un popolo dalle tendenze decisamente megalomani continua ad alimentare un’oligarchia della dubbia stabilità, mascherata dalla più potente democrazia del mondo.
Se dunque il sogno americano esiste ancora, dovrà certamente essere riconosciuta, a tutto il paese a stelle e strisce, l’abilità di mantenerlo in vita, nonostante tutto e tutti. E con buona pace dei sognatori, un’ultima domanda pare lecita: esiste davvero quell’America tutta denti ed invincibilità ?
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