Mi sono snamorato di te
Esisterebbe una letteratura senza amore? Amor condusse noi ad una morte (Inferno V, v. 106)
Letteratura è amore taciuto, amore clandestino, amore non corrisposto, amore impedito.
Quell’amore che condusse a esiti nefasti per Paolo e Francesca, un amore proibito e lussurioso, peccaminoso perché consumato.
Ma anche quell’amore impedito, di colei che s’ancise amorosa (Inferno V, v.61), Didone
abbandonata per volere del Fato da Enea. Un sentimento così universale da rendere i classici senza tempo, fatti di parole che accomunano gli uomini di ieri e di oggi.
Ma quale sarebbe il valore del sentimento amoroso senza il desiderio (irrealizzabile) di volerlo annientare?
Ho deciso che mi voglio snamorare parola nuova che vuol dire che da innamorato faccio un passo indietro e non lo sono più. Così mi snamoro di lei.
Così leggiamo nel diario di Massimo Bartoletti Stella, conservato nell’Archivio Diaristico Nazionale, che affida al suo diario il racconto dell’amore per Katia, tramite appunti quasi quotidiani, sogni narrati, schizzi e ritagli di giornale.
Ma voglio fare una Riforma-Amorosa che sarà qualcosa di grande e che spero darà buoni frutti.
Riepilogo:
1) SNAMORAMENTO.
2) L’amerò per quello che merita, non di più. Merita 100 le darò 100, merita 3 le darò 3.
3) Mai più sdolcinatezze nè complimenti.
4) In caso di fallimento. Non ci ho ancora pensato, è probabile che ricorrerò allo stratagemma.
E cosa sarebbe dunque la letteratura senza il desiderio di snamoramento? Questo desiderio come atto di ribellione all’indomabilità dell’amore, che accomuna Massimo, giovane ragazzo degli a ’60, e il pubblico del poeta latino Ovidio, che nel suo Remedia Amoris stilava dei precetti che potessero aiutare gli uomini a evitare eccessivi coinvolgimenti da parte dei
sentimenti amorosi o addirittura a snamorarsi: cercare di uscire dall'amore prima che il sentimento diventi troppo importante, cercare di avere quante più occupazioni possibile, viaggiare e cercare di evitare i luoghi che possano avere a che fare col sentimento...
Dunque, se è vero che non c’è letteratura senza desiderio di snamoramento, non c’è letteratura senza le universali emozioni umane, che proprio perchè tali accomunano gli uomini di ogni tempo e rendono i classici opere in cui riconoscersi e creano un filo conduttore tra uomini comuni- come Massimo- e poeti e letterati.
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