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NEW YORK DICHIARA GUERRA AI SOCIAL: “ROVINANO I NOSTRI RAGAZZI”

New York, la città che non dorme mai, si è decisa a schiacciare un pisolino. Ma non prima di aver lanciato una sfida ai giganti dei social media: TikTok, Facebook e YouTube. La metropoli americana ha infatti presentato una causa contro le tre piattaforme, accusandole di danneggiare la salute mentale dei giovani utenti.

 

La causa, che chiede un risarcimento di miliardi di dollari, si basa su una serie di studi che dimostrano come i social media possano causare dipendenza, ansia, depressione, isolamento, bullismo e perfino suicidio tra i ragazzi. Il sindaco di New York, Bill de Blasio, ha dichiarato: “Non possiamo permettere che i nostri figli siano manipolati da questi algoritmi malvagi che li spingono a consumare sempre più contenuti nocivi. Dobbiamo proteggere la loro salute e il loro futuro”.

 

Ma quali sono i contenuti nocivi di cui parla il sindaco? Secondo la causa, si tratta di video che mostrano violenza, sesso, droga, armi, razzismo, omofobia, misoginia e altre forme di discriminazione. Ma anche di video che incitano al consumo eccessivo di cibo, alcol, sigarette e altre sostanze. E ancora, di video che promuovono modelli di bellezza irrealistici, che inducono a confrontarsi con gli altri e a sentirsi inadeguati.

 

Ma i social media non sono solo fonte di problemi. Sono anche fonte di divertimento, creatività, informazione, condivisione e apprendimento. Molti utenti, infatti, usano i social media per esprimere la loro personalità, per scoprire nuove passioni, per comunicare con i propri amici e per informarsi sul mondo. Alcuni di loro, addirittura, riescono a trasformare la loro passione in una professione, diventando influencer, youtuber, blogger o creator.

 

Come reagiranno i social media alla causa di New York? E come reagiranno i loro utenti? Per ora, la battaglia legale sembra appena iniziata. Ma forse, prima di puntare il dito contro i social media, sarebbe bene chiedersi se non siano anche i genitori, la scuola, la società e lo stesso sistema economico a contribuire al malessere dei giovani. Forse, invece di cercare dei capri espiatori, sarebbe meglio cercare delle soluzioni. Forse, invece di vietare i social media, sarebbe meglio educare gli adulti al loro utilizzo affinché possano a loro volta educare i ragazzi a usarli in modo consapevole e responsabile.

 


Ragazzi che usano i Social Media
NEW YORK DICHIARA GUERRA AI SOCIAL

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