La lingua italiana, con le sue melodie poetiche e radici profonde nella cultura e nella storia, sta vivendo una trasformazione evidente.
Termini inglesi come "date", "red flag", "feedback" "challenge", “outfit”, “budget”, “drive”, sono diventati parte integrante delle conversazioni quotidiane, non solo in ambito lavorativo dove la cosa risulta più facile da capire, ma anche tra amici seduti ad un tavolino di un bar per parlare del più e del meno (o a fare una small talk se si preferisce).
Questo fenomeno, noto come "anglicizzazione", sta cambiando il modo di parlare in Italia, alcuni si preoccupano ad altri da fastidio, altri ancora se ne sbattono (don’t care).
Sempre più spesso si sente dire “domani sera ho un date” oppure “nella mia relazione c’erano diverse red flag” o ancora “fuori dalla stazione troverai ad aspettarti un drive”, “che outfit metti?” ma in questo caso, i termini appuntamento, pessime abitudini, autista, cosa indossi…davvero non andavano bene? Perché dirlo in inglese? Perchè usare degli slang che probabilmente nemmeno il caro vecchio zio Shekspeare userebbe?
Ci sono diversi fattori dietro questa tendenza.
Prima di tutto, l'inglese è la lingua franca del mondo moderno, la globalizzazione e l'interconnessione tra culture hanno reso l'inglese indispensabile per la comunicazione internazionale e questo è il motivo principale per il quale in contesti lavorativi, usare una terminologia inglese può essere utile. In contesti easy invece il tutto ha subito un’accelerazione senza precedenti. Social media, serie TV, film e musica sono tra i principali vettori di questa trasformazione linguistica. Piattaforme come Netflix, Instagram, TikTok e YouTube, offrono contenuti in inglese che vengono consumati massicciamente dai giovani, portando all'adozione naturale di termini e espressioni straniere.
Esprimersi utilizzando un lessico ameiricano , viene percepito dai più giovani come cool (alla moda)
Di conseguenza è più facile sentir dire ad una ragazza che litiga con un’amica “fly down baby” che “stai tranquilla”.
Ai meno giovani, ma anche ai giovani meno fashionable, tutto questo piace?
Difficile dare una risposta. Se in alcuni paesi, soprattutto al Sud e soprattutto dopo la recente apparizione a Sanremo del cantante Golier, si avanzano proposte per insegnare a scrivere e parlare correttamente il dialetto locale, in altri si rivendica una necessità più “keep up” (stare al passo)
L'uso crescente di termini inglesi può far sorgere la preoccupazione che la lingua italiana stia subendo un'erosione o, peggio, una lenta morte. Tuttavia, è importante distinguere tra l'evoluzione linguistica e la decadenza. Le lingue sono organismi viventi che si evolvono e si adattano alle esigenze dei parlanti. L'italiano non è estraneo a questo processo: nel corso dei secoli ha assimilato parole da molte altre lingue, come il latino, il francese, lo spagnolo e l'arabo, arricchendosi e trasformandosi. L'adozione di termini inglesi non significa necessariamente che l'italiano stia morendo, ma rappresenta un adattamento ai cambiamenti culturali e tecnologici. Questo fenomeno può essere visto come un segnale della vitalità della lingua, capace di integrare nuovi elementi.
Nonostante questa apertura, ci sono movimenti e iniziative che cercano di resistere all'invasione dell'inglese, promuovendo l'uso corretto e consapevole della lingua italiana. Ad esempio, l'Accademia della Crusca lavora attivamente per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di preservare la ricchezza linguistica italiana. Molti scrittori, intellettuali e artisti continuano a valorizzare la lingua italiana nelle loro opere, dimostrando che l'italiano può essere moderno e rilevante senza dover necessariamente ricorrere all'inglese.
La lingua italiana non sta morendo, ma sta certamente cambiando. La chiave sta nel trovare un equilibrio, dove l'italiano possa continuare a evolversi senza perdere la sua identità e unicità. La valorizzazione della lingua passa anche attraverso l'educazione e la consapevolezza dei parlanti, che devono essere incoraggiati a esplorare le possibilità offerte dall'italiano, non limitarsi ad usare sempre e solo i vocaboli che si conoscono, ampliare il proprio vocabolario senza sentirsi obbligati a ricorrere all'inglese per esprimere modernità e innovazione.
Da “bella zio” a “Hi bro” il passo è stato veramente breve.
Non era stupendo prima, non è amazing nemmeno ora.
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