L’ERA DELL’ACQUARIO VUOTO
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L’ERA DELL’ACQUARIO VUOTO

Aggiornamento: 4 dic 2023

Che fine ha fatto la nuova era che tanti aspettavano per l’inizio del nuovo millennio?


La chiamavano new age - quella dell’acquario appunto - ed era la massima speranza per un mondo migliore fatto di condivisione, armonia col creato ed evoluzione spirituale globale.

In un mondo ostinato nel tracciare quelle discutibili sorti che sono il nostro presente, una controcultura globale fatta di meditazioni, medianità, cristalloterapia e fratellanza stellare, si impose in modo prepotente dentro le menti dei tanti che non accettavano la realtà così come consolidata.

Ad equilibrare le sorti di un mondo sempre più impoverito nella sua dimensione magica ed esoterica, ci pensarono alcuni teosofi e sensitivi dei primi anni sessanta, utilizzando le loro doti per diffondere nell’umanità un senso di appartenenza ad una dimensione dimenticata e ben più ampia e variegata di quella tangibile del presente.


Ma come e cosa è cambiato di quel grande movimento subculturale che attendeva un cambiamento imminente ed epocale nell’umanità?



Al di là delle definizioni e delle paternità o maternità, la new age ha riunito a sé persone totalmente differenti, per lingua, cultura e vissuto, ma avvicinate dalla stessa sensazione di costrizione ed incompletezza di quella realtà che aveva toccato il fondo, con la seconda guerra mondiale, poco più di un ventennio prima.


A tutti gli effetti, il mondo stava vivendo un risveglio di una sua parte sopita, trascurata e dai confini tanto netti quanto forte era l’opposizione a ciò che la vita mostrava: monotonia, limitazione disumanizzazione e poca spiritualità.

Lentamente, profezie provenienti da ogni dove, iniziarono ad integrarsi alla narrativa dei fatti e qualcuno iniziò a effettuare un vero e proprio reset della propria vita basandosi su nuovi principi di armonia e di benessere.

Chiunque abbia letto ed apprezzato La profezia di Celestino dello scrittore James Redfield, sa perfettamente riconoscere e comprendere quale sia stato il cuore pulsante di questa corrente e quanto sia influente quella dimensione umana che apre gli occhi verso coincidenze, teosofie, misteri, multidimensionalità, affondando le sue radici nella più antica e insondabile definizione umana che ha mosso poeti e pittori di ogni epoca: l’infinito.


La nuova era dell’acquario, avrebbe dovuto essere quella della riscoperta di un nuovo mondo interiore e di una nuova visione della realtà, dove tutto volge all’evoluzione dello spirito ed attribuisce alla materia un ruolo di mero supporto.


Ciò che tutti i new agers condivisero, fu la sensazione di vivere sulla soglia di un cambiamento globale di coscienza e consapevolezza, scientificamente declinato in salto quantico, e religiosamente definito giudizio universale.

L’avvicinarsi di questa nuova era, secondo la visione condivisa, fece sì che i rari eventi delle comparse sulla terra di elevatissime figure quali Gesù o Buddha, si amplificassero a dismisura e rendessero il risveglio della coscienza un fenomeno collettivo inarrestabile e rapido.

Ogni disciplina, moderna o antica e tutto ciò che non rientrava nei rigidi canoni religiosi, trovò così nuova vita in modo prepotente ed invasivo, volgendo lo sguardo dell’uomo alla propria sfera spirituale che non era più relegata dentro innocenze di bambini, ma era totalmente e sorprendentemente integrata alla vita comune, almeno per chi lo voleva accettare.

L’arrivo di una nuova era si riteneva certo e scontato, perché in tanti iniziarono ad attraversare un proprio cambio di paradigma che faceva pensare ad un imminente mutamento globale, come un effetto domino.

Conquistata la fede verso qualcosa di grande in arrivo, le fondamenta della new age erano concetti sconvolgenti ma semplici da assimilare. Si fondava sull’interconnessione tra tutti gli spiriti, sull’esistenza di entità spirituali maestre, sulla possibilità di creare la propria realtà, sul karma, sulle lezioni come scopo della vita terrena, sulla morte che non è fine di nulla. E ancora sul potere immenso dell’intuizione come fulcro del nuovo pensiero, sul ruolo delle coincidenze, sulla storia dimenticata di antiche civiltà scomparse, sull’astrologia ed i suoi insegnamenti antichi, sui poteri della mente, sulle pratiche orientali di meditazione, sulla reincarnazione e sul poetico pensiero che tutto tende all’infinito o all’uno.


Con questi presupposti, l’imminente nuova era, spinse migliaia di persone a prepararsi per quel preciso domani in cui la serenità e la consapevolezza giusta avrebbero regnato.

Da allora, tante sono state le profezie hanno collocato nel nostro calendario l’inizio della nuova era. Dal millennium bug al 21 Dicembre 2012 profetizzato dai Maya, si è scatenata una vera e propria corsa a chi avesse la ragione sull’avvio di un cambiamento nel quale sempre meno umani credono. Il nuovo spazio ed il nuovo tempo si sono forse allontanati o nascosti dietro le bruttezze del mondo di oggi?

Dopo pandemie, guerre di potere, crisi finanziarie, estremismi dilaganti e totali decadimenti morali e sociali della popolazione, cosa è rimasto di quel salto imminente della collettività?

È stato forse un picco così breve e circoscritto da non essersi mostrato ed aver catapultato l’umanità direttamente nel rapido e ripido decadimento successivo?

In un mondo dominato dalle distorsioni dell’ego, dalla sete di potere e dalla smania di apparire simili a divinità, sembrerebbero scomparsi dalla mente umana il promemoria e la speranza di svegliarsi un domani in un mondo migliore.


Quella speranza degli anni settanta, è stata distrutta dalla scure del materialismo, ridotta ad una inconsapevole speranza che presto qualcosa migliori, mentre tutto intorno crolla da decenni.


L’interesse verso quel mondo sconosciuto ed altrettanto antico è diventato pura materialità ed ignoranza, privato delle lezioni e del significato puramente spirituale che da sempre lo ha alimentato.


Di quel mondo fatto di nuovi princìpi, nuove necessità e nuovi mondi interiori, resta solo un business miliardario fatto di guru, creatori di imperi dai tratti insidiosi; di vere e proprie sette dove l’individualità è annientata, e dove quell’alone di mistero che l’uomo porta con sé fin dalla notte dei tempi, viene totalmente stravolto a favore dell’eterno nemico dell’uomo: l’ego incontrollato.

Ciò che è nato negli anni sessanta per scappare da una realtà artificiale ed opprimente, oggi è stato totalmente sovvertito affinché possa alimentare quella stessa realtà.


Il pensiero positivo, le antiche discipline orientali e l’esoterismo che trovano grande diffusione odierna, sono stati convertiti in potentissime armi per successo, ricchezza e potere, accessibile a tutti, semplicemente iscrivendosi da casa a webinar e corsi di varia certificazione e durata, dai costi esorbitanti e condotti da “maestri” poco spirituali e seriamente discutibili, per modalità e scopi.

Potremmo pensare, per salvare qualche speranza, che il vero movimento della new age si sia solamente arrestato perché privato dell’essenza della sua attesa o schiacciato dal peso della pressione involutiva contro la quale era nato.

Per credere in un mondo migliore, l’umanità dovrebbe ridimensionare quell’idea iniziale di nuova era, forse troppo utopistica ed incontrollata. Raccogliendo tutta le speranza rimasta, benvenuti nell’era dell’acquario vuoto.




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